Quando impariamo a fare qualcosa di nuovo, che sia uno sport, suonare uno strumento, quindi anche a Guidare, il nostro cervello si modifica. Con la pratica, ci si perfeziona: più il cervello si adatta, più diventiamo bravi.
Ma la malleabilità dei nostri neuroni, almeno nel breve periodo, non è poi così grande: nelle prime fasi dell'apprendimento il cervello cerca di svolgere il nuovo compito con vecchi metodi, cioè adattando e “riciclando” schemi che ha già a disposizione.
Pensiamo per un attimo a cosa gira nella testa di un allievo che non ha mai guidato nel momento in cui lo mettiamo alla guida per la prima volta.
Tralasciando i problemi legati al rapporto personale con l'istruttore (empatia, comunicazione ecc.), nella testa dell'allievo si scatena sin dalla prima guida una bufera di informazioni non gestite che lo metteranno in estrema difficoltà.
Per partire cosa bisogna fare? “Ascolto l'istruttore e che mi dice di accelerare e di alzare la frizione fino all'innesto” … “cos’è l’innesto?” …” Accelerare quanto …. ?”“Poi devo girare lo sterzo… e come lo giro… e quanto lo giro...?” …. ” Poi devo cambiare la marcia…. spingo la frizione, sposto la mano sul cambio, inserisco la marcia successiva… (come si cambiano le marce e perché si cambiano?),..rialzare la frizione all'innesto (non ho ancora capito cos'è l'innesto) ed accelerare (quanto?) alzando progressivamente la frizione (di quanto e in quanto tempo?) ….”
In tutto questo marasma che già di per sé comporta uno sforzo mentale che supera ampiamente i limiti fisiologici dell'allievo, dobbiamo inserire il controllo dell'ambiente strada.
Insomma, l'allievo fa una fatica enorme a comprendere cosa deve fare e come lo deve fare, sovente procede nelle guide imparando alcune cose per naturale inerzia (ed impara quelle cose che sono più semplici da fare), arriva poi ad un punto in cui, pur non sapendo guidare e non avendo alcuna consapevolezza del veicolo, vuole comunque sostenere l'esame di guida poiché inizia a credere che l'auto la imparerà a guidare successivamente, anche perché il costo delle lezioni di guida sta diventando abbastanza alto.
Spesso gli allievi che conseguono la patente non sanno guidare, non hanno una corretta impostazione di guida e l'autoscuola, per evitare di perdere clienti e soprattutto per evitare di perdere credibilità commerciale, è costretta ad adeguare la formazione esclusivamente all'esame di guida ed all'esaminatore.
In tal senso si rafforza ulteriormente la credenza iniziale dell'allievo (indotta anche dal genitore) secondo la quale in autoscuola si va a prendere la patente ma l'auto la si impara a guidare dopo, su strada.
La “didattica di guida” gestita attraverso il metodo tradizionale, se di metodo si può parlare, è totalmente inefficace per dare una corretta formazione di guida perché sono spesso sbagliati i tempi ed i modi di erogazione della stessa. Da qui la necessità di un METODO PROGRESSIVO, MODULARE e DIDATTICAMENTE CONDIVISO.